La Favola di Narciso è una riflessione teatrale sull’episodio delle Metamorfosi di Ovidio.
.. Cosa spinse l’antico bardo a cantare
Di Narciso, che si strugge su una pura fonte?
Sì chiede John Keats, poeta lui stesso, nel suo poema I stood tiptoe Upon a Little Hill
Piacevolmente vagando (…)
Si fermò il poeta in questo luogo dolce e (…) deboli bagliori colpirono la sua immaginazione
…
Che cosa sono questi bagliori? Cosa nasce nella mente di un poeta? E cosa può aggiungere
un attore al verso di per sé assoluto? Queste domande sono stato il punto di partenza della
nostra ricerca sull’inevitabilità della trasformazione e sulle possibilità espressive del corpo
che narra il mito facendosi al tempo stesso materiale di narrazione.
Immaginando e reinventando una forma teatrale antica e rituale in cui tutte le arti erano
congiunte, la performance fonde insieme musica, canto, danza e poesia in un continuo
susseguirsi di immagini, come un eterno gioco di specchi in ognuno dei quali la spettatrice/
lo spettatore può cadere, perdersi e, forse, ritrovarsi.
L’allestimento attuale è il risultato di una residenza guidata da Gabriela Arancibia Villagra,
artista cilena, membro della compagnia internazionale Ikarus Stage Arts, nata nel contesto
fecondo dell’Odin Teatret e del Nordisk Teaterlaboratorium.
LA FAVOLA DI NARCISO
con
Rachele Anzellotti
Mauro Ascenzi
Andrea Ciaralli
Serena Sansoni
Assistenza attoriale: Gabriela Arancibia Villagra
Assistenza alla messa in scena: Samuele Moro